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Reti mobili sostenibili, la transizione green accelera nelle telecomunicazioni



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Corsa alla decarbonizzazione per le telco: le reti mobili sostenibili diventano un asset competitivo e infrastrutturale. Nokia anticipa il futuro con un piano integrato per arrivare a zero emissioni

Pubblicato il 15 mag 2025



green

Le reti mobili sostenibili sono diventate il fulcro delle strategie di lungo termine per gli operatori di telecomunicazioni, in un contesto in cui la sostenibilità ambientale si fonde con la trasformazione digitale. Il settore telco, oggi, si trova davanti a una doppia sfida: da un lato rispondere alla domanda crescente di connettività e servizi data-driven, dall’altro ridurre l’impatto ambientale di infrastrutture che consumano grandi quantità di energia e generano emissioni crescenti.

Nel mezzo della transizione verso un’economia a zero emissioni nette, la sostenibilità delle reti mobili si impone come asset strategico. Non si tratta più soltanto di conformarsi a regolamenti o di adottare misure cosmetiche, ma di reimpostare l’intero modello operativo secondo logiche ambientali, economiche e tecnologiche integrate.

L’Unione Europea ha incluso l’Ict tra i pilastri della twin transition, e le policy pubbliche sono ormai chiaramente orientate a premiare chi saprà innovare in chiave sostenibile. In questo scenario, i principali attori del settore stanno definendo roadmap aggressive per ridurre le emissioni lungo tutta la catena del valore. E tra questi, Nokia si distingue come caso emblematico di un approccio sistemico, fondato su ricerca, innovazione e collaborazione industriale.


Reti mobili sostenibili: una sfida sistemica, non solo tecnologica

Parlare di reti mobili sostenibili significa affrontare un cambiamento radicale che interessa ogni aspetto delle infrastrutture: dalla progettazione dei chip all’alimentazione elettrica, dalla gestione intelligente delle risorse fino alla dismissione responsabile degli apparati.

Il consumo energetico delle Ran (Radio Access Network), che rappresenta oltre il 70% del totale nelle reti mobili, è al centro degli interventi. Ma la sostenibilità non si esaurisce nella componente tecnica: è necessario agire anche su logiche di provisioning, cicli di vita dei prodotti, modelli di business e integrazione con fonti rinnovabili.

Tre le direttrici strategiche più rilevanti:

  • Efficienza energetica: ridurre i consumi per bit trasportato è l’obiettivo primario, e passa attraverso l’ottimizzazione di hardware e software.
  • Automazione e AI: l’intelligenza artificiale diventa centrale per una gestione flessibile ed efficiente, capace di adattare il funzionamento della rete alle reali condizioni d’uso.
  • Transizione energetica: l’uso di fonti rinnovabili per alimentare le infrastrutture, insieme a pratiche di economia circolare, completa il quadro della sostenibilità di lungo termine.

È in questo contesto che si colloca il piano di Nokia, un progetto che ambisce a trasformare radicalmente il modo in cui vengono costruite, gestite e alimentate le reti mobili.


Nokia, modello industriale per le reti mobili a zero emissioni

Il gruppo finlandese ha reso nota una strategia ambiziosa per guidare la transizione verso reti mobili a zero emissioni entro il 2040, con traguardi intermedi vincolanti già fissati al 2030. Il piano, disponibile pubblicamente sul sito ufficiale di Nokia, si articola su più livelli, con un approccio olistico che coinvolge hardware, software, supply chain ed energia.

“Per rendere le reti veramente sostenibili, non possiamo limitarci a interventi puntuali: serve un cambiamento strutturale in tutto il ciclo di vita del prodotto”, ha spiegato Mark Atkinson, Vice President Mobile Networks, sottolineando come la sostenibilità sia ora un criterio progettuale e non solo un requisito di compliance.

Tra le soluzioni chiave:

  • ReefShark SoC: chip di nuova generazione progettati per ridurre il consumo energetico fino al 75% rispetto alle versioni precedenti. Ottimizzati per le reti 5G, permettono una gestione più efficiente delle risorse radio.
  • AI e gestione predittiva: l’intelligenza artificiale consente una modulazione dinamica delle risorse, con celle che si attivano e disattivano automaticamente in base alla domanda di traffico.
  • Software-defined Ran: architetture che permettono di scalare la capacità in modo intelligente, riducendo il consumo nei momenti di basso utilizzo.
  • Power Saving Features: un insieme di oltre 50 funzioni software per ridurre automaticamente i consumi in scenari reali.

A livello di impatto ambientale, Nokia si è posta come target la riduzione del 50% delle emissioni Scope 1, 2 e 3 entro il 2030, e la completa neutralità carbonica per il 2040. Un piano certificato da Science Based Targets Initiative (SBTi), che garantisce l’aderenza agli standard scientifici internazionali.


Un benchmark per il settore: costi, Esg e reputazione

La visione sostenibile di Nokia non è solo etica, ma anche industriale. Le reti mobili green, oltre a ridurre l’impronta ambientale, consentono un abbattimento dei costi operativi attraverso la riduzione dei consumi energetici. Secondo i calcoli dell’azienda, l’efficienza energetica ottenibile con le nuove tecnologie può portare a risparmi fino al 30% nei costi Opex.

Anche sul piano competitivo, l’approccio sostenibile diventa un driver distintivo. Gli operatori, sempre più attenti ai criteri Esg, privilegiano fornitori in grado di dimostrare performance ambientali concrete. In parallelo, i fondi d’investimento e i clienti corporate valutano con crescente attenzione le strategie green dei partner tecnologici.

In questo scenario, il modello Nokia rappresenta un benchmark credibile e replicabile, capace di posizionare l’azienda come leader nella sostenibilità industriale delle reti. Un elemento che, in prospettiva, potrà influenzare anche le gare pubbliche e i bandi europei, dove la carbon footprint diventerà un parametro discriminante.


Il contesto normativo spinge verso la sostenibilità

Il quadro regolatorio europeo sta cambiando rapidamente. In questo contesto, le reti mobili sostenibili diventano un’infrastruttura strategica per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Ue. Non solo: la digitalizzazione sostenibile è parte integrante delle politiche industriali europee, che nei prossimi anni favoriranno chi saprà investire in tecnologie pulite e reti a basso impatto.

La Commissione europea ha già annunciato che i futuri investimenti pubblici in 5G, fibra e edge computing saranno vincolati alla sostenibilità ambientale. Le telco che non si adegueranno rischiano di trovarsi fuori dai canali di finanziamento, ma anche di perdere competitività su mercati sempre più sensibili al tema.


Il futuro delle telecomunicazioni sarà green by design

La transizione verso reti mobili sostenibili è in corso e rappresenta la nuova frontiera dell’innovazione telco. Non si tratta più di una scelta opzionale, ma di un cambio di paradigma inevitabile: le reti del futuro saranno progettate fin dall’origine per consumare meno, integrarsi con le rinnovabili, essere modulari, scalabili, intelligenti.

Il caso Nokia dimostra che un approccio industriale, integrato e scientificamente validato è possibile. La sfida, ora, è scalare questi modelli, diffonderli nell’ecosistema e renderli standard di riferimento. Gli operatori che sapranno adottarli per tempo non solo ridurranno l’impatto ambientale, ma guadagneranno anche in efficienza, reputazione e accesso al capitale.

In definitiva, la sostenibilità non è più una variabile esterna, ma un driver competitivo e infrastrutturale, destinato a determinare il posizionamento strategico delle telco nei prossimi decenni.

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