Il Dipartimento per la Trasformazione Digitale ha inaugurato il Tavolo tecnico permanente dedicato alla filiera italiana delle comunicazioni elettroniche, della società dell’informazione e dei media audiovisivi. Tra le prime azioni operative, è stata proposta la diffusione dell’edge cloud computing nelle reti degli operatori di telecomunicazioni, in continuità con le sperimentazioni già in corso a livello nazionale, promosse dallo stesso Dipartimento, e con una forte attenzione alla cooperazione tra operatori, provider di contenuti ed applicazioni e piattaforme digitali.
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Una piattaforma di collaborazione dedicata ai servizi digitali
Il Tavolo, si legge in una nota della funzione coordinata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica Alessio Butti, nasce con l’obiettivo di promuovere un dialogo strutturato e continuo tra tutti gli attori coinvolti – governo, autorità di regolazione e imprese – per condividere esperienze, criticità e proposte operative.
In particolare, si tratta di una piattaforma di collaborazione che mira a massimizzare la qualità dei servizi digitali, rafforzando le politiche pubbliche nazionali e valorizzando principi fondamentali quali trasparenza, legalità, neutralità tecnologica e tutela dei diritti degli utenti.
In questo senso, il Dipartimento conferma il proprio impegno nel promuovere un modello di governance digitale partecipato e che sia davvero basato sul confronto e sulla responsabilità condivisa tra pubblico e privato, con l’obiettivo di definire soluzioni concrete e innovative per il futuro digitale del Paese.
I lavori del Tavolo proseguiranno con incontri puntuali e con la creazione di gruppi tematici che elaboreranno proposte operative da presentare nelle prossime riunioni, per sostenere efficacemente le politiche nazionali di trasformazione digitale.
“Questo Tavolo rappresenta la naturale evoluzione del ciclo di incontri e consultazioni, svolti dal Dipartimento e da me presieduti, nel corso dei quali sono già state tracciate alcune direttrici per orientare le discussioni con il governo e tra tutti i soggetti del mercato interessati”, sottolinea Alessio Butti, che parla “di uno strumento operativo di confronto stabile, trasversale e orientato ai risultati, capace di accompagnare con continuità l’evoluzione di un settore strategico e in costante trasformazione”.
I temi affrontati dal Tavolo tecnico
Il Tavolo si concentra su grandi tendenze tecnologiche e settoriali, come il già citato edge cloud computing, le reti 6G, l’Internet of Things, e i modelli avanzati di intelligenza artificiale, elementi chiave per migliorare l’infrastruttura digitale nazionale e rendere operativi nuovi modelli di business. Tali innovazioni rappresentano un’opportunità per migliorare settori strategici quali sanità, mobilità, istruzione e industria, promuovendo allo stesso tempo la competitività globale del sistema Italia.
L’iniziativa vede la partecipazione dell’Autorità di regolazione AgCom e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, a sottolineare la valenza sistemica del progetto. Le imprese della filiera sono chiamate a un impegno condiviso per elevare gli standard del settore, sostenendo un ecosistema digitale solido e innovativo.
Il ruolo dell’edge per lo sviluppo dell’AI
L’edge computing, tra i primi topic al centro dell’azione del nuovo Tavolo tecnico, sarà fondamentale per l’affermazione dei modelli su cui si basa l’implementazione dell’AI nelle reti. La Gsma evidenzia che uno dei principali benefici dell’inferenza distribuita è la drastica riduzione del consumo energetico, fino al 60% rispetto all’invio continuo di dati verso il cloud. Un fattore rilevante per gli operatori, che devono gestire reti sempre più dense e traffico dati in crescita esponenziale.
L’elaborazione in prossimità dell’origine del dato consente anche una significativa riduzione della latenza. Il che è cruciale per applicazioni come la guida autonoma, la realtà aumentata o i servizi mission-critical nell’ambito industriale, dove la reattività in tempo reale è un requisito irrinunciabile. Come scrivono gli analisti Gsma, “la distribuzione dell’inferenza consente l’elaborazione locale o near-edge dei dati, migliorando le performance senza sovraccaricare le dorsali di rete”.
L’adozione dell’inferenza distribuita implica un cambiamento nell’architettura stessa delle reti. Non si tratta più solo di potenziare i data center centrali, ma di creare un ecosistema scalabile dove cloud, edge e device collaborano in modo sinergico. Un modello che consente agli operatori di creare servizi più efficienti e personalizzati, monetizzando le capacità locali.